lunedì 6 ottobre 2008

Difficoltà di una partenza


Ci sono momenti in cui tutto l'entusiasmo che mi ha sempre spinto a credere nel progetto della cooperativa mi sembra pura follia o vana speranza. Sono ormai due settimane che siamo partiti a tappeto con pubblicità e brochure distribuite in tanti posti, a tante persone e l'unica cosa che otteniamo è "Bello", "carino, carinissimo" "Dove?", "Quando", "Fatto bene, complimenti", ma confesso amaramente che finora l'unica iscritta è solo la figlia di Bella Proff al workshop!
Se continua così, nonostante la mia GRANDE convinzione che siano davvero dei bei progetti dovrò rassegnarmi a vederli come un'opera non compresa!
Ma non staremo sbagliando qualcosa ?

4 commenti:

Anonimo,  6 ottobre 2008 alle ore 22:24  

Penso che tu non debba scoraggiarti da un inizio a prima vista "modesto": probabilmente il vostro progetto ha solo bisogno di un periodo di maggior "sedimentazione" e di farsi conoscere di più. Auguri, comunque, cara amica. (Hai un nome molto bello e dolce...)
Cautelosa (anche il mio nome finisce in ...ella e l'ho avuto per ricordare la mia nonna Maria)

Raperonzolo 7 ottobre 2008 alle ore 00:18  

Gli inizi sono sempre difficili. Un anno fa, qui a due passi dalla scuola di Figlio-uno ha aperto un "children centre" con i fondi del governo per il progetto "sure start" che intende garantire uno spazio d'incontro, di giochi, di educazione per i bambini in età pre-scolare. Inoltre prevede assistenza antenatale e post-natale. Io ero abituata ad avere di queste strutture a Londra, per cui quando ha aperto, figurati stavo sempre lì con figlio-due. Uno spazio aperto tutti i giorni con attività gratuite! Un luogo d'incontro e di scambio! Sessioni sulla depressione post-parto, sull'allattamento, sullo spannolinamento... Meraviglioso.
Bé, per circa 3 mesi c'ero praticamente sempre e solo io, per altri tre mesi eravamo in 4. La manager era disperata. Ma come dicono gli inglesi è tutta questione di "word by mouth", passaparola. Ora dopo un anno c'è praticamente la ressa. Quando le mamme locali si sono rese conto dell'esistenza del posto e della fortuna che avevano ad avere a disposizione quella struttura non sono mancate all'appello.
Con il gruppo dei genitori che si occupano del "fund raising" per la scuola in questo periodo siamo in crisi. Sono due anni che non si uniscono genitori nuovi e ogni hanno perdiamo dei genitori dei figli che finiscono le elementari. Bé, abbiamo deciso di organizzare una serata offrendo rinfreschi e allestendo una mostra con tutti i nostri progetti passati e futuri e quello che è stato fatto fin'ora per la scuola. Non so se funzionerà, ma ci siamo rese conto che i volantini e i poster da soli non bastano.
un bacio

Anonimo,  7 ottobre 2008 alle ore 18:58  

@Cautelosa: grazie, si sono fortunata il mio nome mi piace, anche io tuo è bello ed è ricorrente nella mia vita.
@raperonzolo: già, il nostro problema è che non abbiamo fondi, non abbiamo sede e se continua così dobbiamo chiudere. Speriamo bene. Almeno trovassimo qualcuno disposto a darci una mano, ma Velletri è un disastro.

Raperonzolo 8 ottobre 2008 alle ore 00:12  

Il problema è che in Italia il concetto di sponsor, fund raising e fund raising events è praticamente inesistente.
Ecco qui come in Inghilterra, qualunque degna causa trova i soldi:
http://sullorlodunacrisidinervi.blogspot.com/2008/04/bingo.html

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