mercoledì 19 novembre 2008

Pausa didattica

Riprendere fiato è essenziale per un insegnante. Nella scuola in montagna le cose funzionano un pò meglio a livello di supporti tecnici per cui : film per seconde e terze, verifiche per le prime. Due giorni di sosta lezioni e l'orizzonte assume colori apprezzabili. C'è il piccolo particolare che si è lasciata convincere in una terza a vedere "La passione" di Mel Gibbson per cui l'altra terza dell'ora seguente non ha voluto essere da meno e lo stomaco alle due era alquanto scombussolato, ma questi sono i piccoli incidenti di percorso. Per lo più il tempo è stato utile per correggere verifiche, preparare le programmazioni, compilare i registri e pensare. Il film "La passione" in particolare ha stimolato la sua riflessione. Si sono fatti in quattro per vederlo assicurando che la maggior parte l'aveva già visto a casa e in televisione e già c'era da rimanere perplessi. Durante la visione erano quasi attenti, ma la disattenzione stavolta era chiaramente una via di fuga nelle scene più violente che sfociava in chiacchiericcio generale quando la tensione si allentava e magari era possibile gustare la bellezza di altro, magari la figura di Maria. Qualche ragazza non ha retto ed è uscita, qualcuna restava girata per non vedere, persino qualche ragazzo era evidentemente turbato. Ma la domanda è perchè? Perchè quel film? Adesso il lavoro è quello di preparare la scheda critica del film per lavorarci su e cercare di capire cosa davvero li attrae. La passione di Gesù? La violenza? La fama del film?Per ora Bella Proff è solo perplessa e curiosa, sa solo che non si tratta nè di ricerca spirituale, nè di apertura al misticismo.

2 commenti:

Anonimo,  19 novembre 2008 alle ore 18:28  

E' facile che i ragazzi siano attratti da emozioni forti, trascurando del tutto il discorso legato alla spiritualità, ma con il tuo aiuto forse avranno la possibilità di una riflessione.
Buon lavoro!
cauty

Monica 20 novembre 2008 alle ore 10:03  

così te la butto lì, ancora a botta calda.
ma se i ragazzi avessero bisogno di sensazioni forti, non attutite per capire cos'è la vita e la morte.
perchè mancano quei riti di passaggio (forti e potenti) che sancivano lo scadere delle tappe della vita, rassicurandoli/ci tutti; e che davano un quadro entro cui collocarsi, mentre oggi non c'è un quadro chiaro, è tutto mutevole e confuso?

monica

  © Blogger templates The Professional Template by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP