martedì 17 novembre 2009

Bambini adottati

Quando si hanno tante classi è inevitabile che ce ne siano alcune davvero carine con cui si lavora benissimo. Quest'anno forse in contrapposizione con tutte le classi delle superiori l'unica prima media rimasta nell'orario è davvero eccezionale. Sono tanti, sono vivaci, ma di quella vivacità che non stona, è segno di vitalità. Si inizia a parlare del mito e arrivano diecimila domande per cui devi importi di riprendere il filo per evitare di finire chissà dove.
In uno di questi viaggi iniziati parlando dell'idea della morte che avevano gli uomini primitivi non so come siamo finiti a parlare dei bambini in Africa.
-Si prof ci racconti del suo viaggio!
Figuratevi la gioia di Bella Proff che maturava dentro l'idea di riuscire a parlarne un giorno alle superiori e vedeva concretizzarsi in maniera inaspettata la possibilità di dire qualcosa sul viaggio che ha ancora vivo nel cuore.
E' bastato dare il via e le domande sono incalzate una sull'altra con grande curiosità.
Chiaramente non poteva mancare la descrizione delle condizioni dei bambini e della difficoltà che hanno ad andare a scuola o ad avere anche solo un quaderno.
Suono della campanella.
- Prof posso parlarle?
- Certo, dimmi.
E' una bimbetta di statura mingherlina seduta al primo banco che mi guarda sempre con due grandi occhioni incuriositi e quasi tristi. Ho avuto in classe per due anni il fratello più grande che lei mi aveva confidato di adorare più di ogni altra persona. Mi aveva fatto dannare.
- Dimmi, ripeto affettuosamente perchè esitava.
- Sa, quello che diceva lei sui bambini in Africa...........io vengo dalla Colombia e non ricordo proprio tutto, ma noi vivevamo per strada. Mio fratellino chiedeva l'elemosina e mi dava il latte perchè io avevo solo due anni (lui ne ha due di più!).
- E chi badava a voi?
- Avevamo due mamme, ma non c'erano mai e non si occupavano di noi ecco perchè ci hanno fatto adottare. Mentre parlavi mi tornavano i ricordi.
Ci sono dei momenti che il cuore si stringe a tal punto che non sai cosa è meglio fare, se fuggire per non cedere alla commozione, abbracciare e baciare................ho scelto una dolce carezza ricevendo un grandissimo sorriso in cambio. Non so cosa davvero abbia ricordato, certo è che mi ha lasciato senza parole.

3 commenti:

Mammamsterdam 17 novembre 2009 alle ore 23:26  

Me mi hai lasciata in lacrime. Ecco ti rendi conto: un bambino di 4 anni che sa di dover badare alla sorellina e lo fa, perché altrimenti non lo fa nessun altro.

Bella Proff, meno male che ne hai parlato: che se lei comincia a ricordare qualcosa, vuol dire che adesso le cose vanno molto meglio.

Brunella 18 novembre 2009 alle ore 22:48  

@mammamsterdam: si sicuramente vanno meglio e devo dire che se ne ha parlato vuol dire che riesce anche a guardare indietro senza rimozioni segno di serenità anche nel vissuto. Ciao

Raperonzolo 19 novembre 2009 alle ore 10:35  

Pensare a quel bambino che ti ha fatto così dannare e rivederlo a quattro anni a prendersi cura della sorella come un genitore.
Dietro ogni persona non si sa mai quello che c'è dietro.
Veramente toccante.

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