Vantaggi di una solida autostima
Inizio scrutini telematici.
Sala computer, schermo gigante, nomi e voti già inseriti, si inzia la lettura delle materie e dei voti per ogni singolo alunno.
Italiano, matematica, scienze,..............condotta.
- Preside, scusi, credo che abbia saltato religione.
- No, non l'ho saltata, non c'è! Ha la scheda a parte con i giudizi, quindi non rientra nel tabellone.
- Ah!
Chiaramente a nessuno interessa sapere il voto di religione, quindi lo scrutinio termina senza avere la bella soddisfazione di vedere il proprio giudizio accanto a quello degli altri.
- Firmate il registro mi raccomando!
- Preside, ma io devo firmare, perchè anche qui manca religione?
- Si lì può firmare, si aggiunga sotto, evidentemente si sono dimenticati di inserirla.
- Ma i miei voti sono già stati inseriti nelle schede di valutazione?
- No abbiamo un problema con i giudizi perchè il cmputer ora riconosce solo i voti, quindi le deve scrivere a mano.
Bella Proff sa di aver acquisito una solida autostima personale e pensa a quei poveretti di colleghi che invece possono avere qualche problema in merito! Però un proposta si potrebbe fare. Se ci pagassero e noi restassimo a casa ?
6 commenti:
ma se non vi pagassero proprio? ci sono le chiese per la religione. qualunque essa sia.
@anomimo: hai ragione, ma noi non facciamo catechismo a scuola. Insegnamo, (o dovremmo insegnare)non solo quanto la religione cattolica ha influito, nel bene e nel male sulla storia e l'arte italiana, ma i valori della persona umana presenti non solo nel cristianesimo, ma nel vero uomo religioso al di là della scelta religiosa. L'uomo che sa sposare valori che umanizzano sa anche dare alla storia una svolta positiva. Per fare questo studiamo 4 anni negli istituti di scienze religiose, tre anni nelle università cattoliche, tre anni nelle facoltà di specializzazione. Totale 10 anni per non essere riconosciuti in nulla se non per l'insegnamento della religione cattolica almeno fino a quando ci sarà. Pensi che tutto questo sarebbe possibile se non ci fosse dietro una vera e propria vocazione? Se poi hai esperienze di colleghi che leggono il giornale in classe non posso darti torto, la penso come te.
Sarei d'accordo con te, se tutto questo fosse vero.
Qualcosa tipo 'storia delle religioni' potrebbe essere un arricchimento culturale. Ma immagino saprai meglio di me, e tu stessa nei sei la conferma, che la maggior parte degli insegnanti di religione sono ferventi cattolici.
E alcuni fanno catechismo vero e proprio, non solo in parrocchia.
Al di là dei casi estremi, però, anche la formazione dell'insegnante di religione medio mi sembra un tantino di parte per aspirazioni tanto super partes.
Non capisco poi perchè i valori della 'persona umana' debbano essere esclusivo appannaggio del 'vero uomo religioso'. Chi non è religioso non ha valori? O ha valori della persona non umana? O della non persona umana?!
Per quanto riguarda l'influenza del cattolicesimo su arte, storia, cultura, ecc., poi, mi pare che questa faccia già parte dei rispettivi programmi di arte, storia, filosofia, ecc.
Programmi di cui gli insegnanti possono essere anche agnostici o ebrei o indù o atei, e al cui ruolo hanno accesso senza concorsi e iter di assunzione privilegiati.
Niente di personale.
@anonimo:so che non è personale, permettimi di dire che è impersonale anche perchè non ti firmi. Però mi piace la tua franchezza.
L'insegnamento è una vocazione, il vero insegnante è solo quello che lo fa per vocazione e questo non significa neppure che sappia insegnare, ma sicuramente ne ha le potenzialità. Ci sono poi le materie es. filosofia, se l'insegnante non è un filosofo non sa insegnare filosofia, al massimo storia della filosofia e magari è solo trasmissione di contenuti. Dico filosofia, ma è lo stesso per la matematica o per l'italiano. Insegni davvero e trasmetti ciò che sei non i dati e contenuti che hai imparato, spero che tu sia d'accordo su questo. Per la religione è uguale.
Dire poi che in un uomo religioso ci sono i valori che umanizzano l'uomo non significa dire che negli atei non ci sono, ma che lì è sicuro che li trovo. Se non li trovassi direi che non è un vero credente. Con i ragazzi delle superiori è bellissimo dialogare su questo e non mi sono mai sognata di "convincere" nessuno o "catechizzare" nessuno. Credo che tutti i pregiudizi che ci sono nei confronti di chi insegna religione siano purtroppo eredità di tanti e tanti errori di chi pensa di detenere l'unica verità assoluta e quindi non me la prendo mai. Quanto agli iter privilegiati onestamente non capisco. Io ad esempio non ho la minima speranza di entrare mai di ruolo e ogni anno è un'incognita se e dove potrò lavorare. Siamo su una linea di frontiera attaccati da fuori e spesso anche dall'interno. Sono dieci anni che insegno e solo da due ho l'incarico annuale e solo quest'anno all'ultimo secondo con 18 ore e già mi hanno preannunciato che il prossimo chissà se c'è la cattedra e potrei tornare supplente. La mia collega entrata in graduatoria un anno dopo di me è ancora supplente sballottata a destra e a manca quando è fortunata tra asilo e scuole superiori. Ci sono privilegi che forse non conosciamo o non vediamo? Dimmelo ti prego, in questo momento mi farebbero comodo.
Il solito problema delle cose all'italiana. Religione sì, religione no, allora religione a metà.
Anonimo però ha toccato un problema di fondo: l'iter per diventare insegnanti di religione segna già l'impostazione che è comunque esclusivamente cattolica: laurea in teologia, università cattoliche ecc. Inevitabile la critica dei laici a questo tipo di "religione" che viene insegnata nelle scuole italiane (a prescindere dalle aperture e contenuti che gli dai tu che comunque sei la prima ad essere consapevole di essere un'eccezione). Se esistesse un "Educazione Religiosa" come in GB (obbligatoria e importantissima pur in un paese profondamente laico), per insegnarla basterebbe una laurea in studi umanistici che appunto si basano sui "valori della persona umana" ma esplorati in modo ampio, distaccato e oggettivo. Invece no, in Italia il laureato in lettere o in studi umanistici, anche con una laurea in Storia delle religioni non ha accesso alla cattedra di religione, come invece avviene in altri paesi (con la mia laurea, per esempio, a me qui basterebbe la specializzazione di un anno per insegnare Religione alle superiori).
Perché "Religione" possa essere considerata una materia a tutti gli effetti lo deve prima diventare. Dovrebbe cambiare l'iter formativo. Perché deve essere esclusivamente una persona di fede ad insegnare religione? Il viaggio nella spiritualità dell'Uomo attraverso le dottrine religiose e le filosofie può essere trasmesso come conoscenza e formazione tanto da un ateo quanto da un credente.
Il tuo modo di insegnare religione è quello giusto, ma purtroppo s'inserisce in un sistema sbagliato. Allora sì che serve l'autostima!!!
Tieni duro. :-)
@raperonzolo: grazie. Si lo so che sono una pecora "nera" nel gregge degli insegnanti di religione. Se l'impostazione britannica servisse a far tornare la materia di religione allo stesso livello delle altre, ossia con voto regolare e che fa media, con conseguente riconoscimento anche delle nostre lauree per insegnare filosofia sarebbe un grande successo. Tieni presente che noi studiamo anche le altre religioni per poterle insegnare. Inoltre ci facciamo due anni pieni di filosofia e altri esami nella specializzazione. Però è vero purtroppo certi studi ci sono solo nei seminari e nelle università cattoliche e questo è un grande limite anche per noi. Quello che mi dispiace è che si parli sempre così degli insegnanti di religione, ma di quelli di filosofia o di italiano che fanno propaganda e lavaggio del cervello ai ragazzi non si dica mai nulla. Perchè anche lì bisogna vedere dove hanno studiato e quale fondamentalismo hanno sposato!
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