Arrivo in Rwanda
Se partire per le vacanze crea sempre grande entusiasmo e attesa, una meta particolare e impegnativa come il cuore dell’Africa lo è ancora di più. Ci si informa su tutto, si fanno i vaccini, si chiedono i permessi, si cerca di preparare tutto in base al criterio di essenzialità e necessità. Salviette umide di ogni tipo: rinfrescanti, carta igienica, intimo, disinfettanti, amuchina liquida e in gel. Si pensa allo shampo secco, agli integratori in caso di mancanza di vitamine o proteine, agli asciugamani in fibra che prendano poco spazio e si asciughino subito, ciabatte e costume per la doccia all’aperto, abbigliamento sportivo leggero, scarpe chiuse, torcia, ecc. Ogni minimo particolare è curato, pensato, perché il bagaglio non può essere immenso e qualsiasi cosa deve essere calibrata, essenziale, sufficiente per una quindicina di giorni. Per Bella Proff è la prima esperienza di questo tipo, quindi chiede consigli, guarda, osserva e poi riesce miracolosamente a finire di preparare i bagagli. All’aeroporto l’entusiasmo non manca tra i partecipanti al pellegrinaggio e si riesce subito a stabilire un primo contatto. L’appuntamento è alle 22,00, la partenza intorno all’una e la mattina dopo verso mezzogiorno, dopo lo scalo ad Addis Abeba e il trasporto in pullmino si approda alla prima sede in Rwanda, ossia alla Croce Rossa di Kigali dove si alloggerà per un paio di giorni in attesa dell’arrivo di altri gruppi. L’impatto è emozionante e nello stesso tempo sconcertante. Quando in Italia diciamo strada sterrata pensiamo ad una strada senza asfalto. Lì non solo non c’è l’asfalto, ci sono anche i crateri e le voragini. Il primo impatto con il Rwanda è la polvere rossa che inizia a penetrare ovunque. Il secondo impatto è con il concetto di alloggio e di servizi igienici. Ancora pieni delle strutture occidentali i nostri occhi fanno fatica a mettere a fuoco quella che lì è considerata una signora doccia con il lusso dell’acqua per tutto il gruppo arrivato, letti comodi con materassi scuri non certo per il colore, stanze appena intonacate e 8 letti a castello in 10mq. Acqua rigorosamente gelata si intende. La tensione che si avverte come risultato del primo shock è tangibile e ognuno cerca come può di esorcizzare l’impatto e ci si prepara per la doccia. Cerca, gira, rigira Bella Proff si ferma rassegnata …………….”accidenti non ho portato il SAPONE VERO!” Inutile dire che la presa in giro seguita ad una generale risata ha etichettato la principiante per il resto dei giorni.
2 commenti:
Aspettiamo il resto del racconto!
Il primo impatto con realtà così lontane dalla nostra vita quotidiana può essere davvero... da choc!
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