domenica 24 gennaio 2010

Il nostro futuro

Pensa che ti ripensa tutta l'aggressività e il parlare degli stranieri ha fatto balenare un'idea a Bella Proff (ultimamente sta pensando di cambiare nome in Bella Proffa, nome con cui la chiamano i ragazzi di una quarta superiore).
- Ragazzi oggi facciamo un compito scritto. Non voglio un tema, solo poche parole su tre idee.
L'argomento è : Il mio futuro. Scrivete come lo desiderate, come lo temete, come si presenta guardando l'oggi. Tre modi di guardarlo o tre finestre da cui osservare.
- Ma scritto per forza?
- Certo, anche con poche parole, non vi preoccupate.
I ragazzi prendono carta e penna e si iniziano a vedere cose strane: chi esce senza chiedere il permesso, chi sbuffa girando e rigirando il foglio, chi scrive come preso da un'idea meravigliosa.
Qualcuno incrocia lo sguardo della prof esclamando: MA E' DIFFICILE!
- Certo che non è facile, ma è importante e bello vedere e scrivere i propri sogni. Ma dove è andata M.?
- Eccola che rientra!
- Scusa proffa, poi ti spiego, anzi te lo dico subito: dai compiti troppo difficili e mi sono innervosita.
- Innervosita su cosa, quale delle tre voci?
- Tutte, in particolare come desidero il mio futuro. Mi è venuto mal di stomaco e un attacco di panico.
- Anche a me proffa, per non parlare di pensare a come si presenta oggi, sudo freddo.
- Io non scrivo proprio.
- Ragazzi, ma vi rendete conto di quello che mi state dicendo?
- Certo - e ormai parlano in coro - che abbiamo PAURA NEL GUARDARE AL NOSTRO FUTURO.
Forse era scontato, forse è una risposta semplicistica, ma credo che questo sia il vero motivo di tanta aggressività e paura nel guardare il resto del mondo. Stiamo costruendo una cultura della paura?

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